Se ami chi legge, ecco la tua occasione | Librerie Arion.
viaSe ami chi legge, ecco la tua occasione | Librerie Arion.
Riporto queste due tristi notizie sulla chiusura di due librerie indipendenti storiche, la prima di Venezia, la seconda, Assolibro, di Genova. Certo, la crisi economica non legge, la cultura in Italia viene considerata un lusso per fancazzisti pieni di soldi invece che cibo per la mente, ma io vorrei anche dire qualcosina fuori dai denti contro quegli hikikomori tecnocrati che preferiscono comprare on line perché non sono più capaci ad alzare il fondoschiena dalla sedia davanti al pc e ad andare in una libreria, o a quelli che preferiscono rovinarsi la vista con quegli assurdi ebook e tablet.
Io farei una proposta: introdurre delle tasse e delle spese in più per chi sceglie questi stili di vita così disastrosi per l’economia e la vita sociale delle nostre città. Abiti in una città fornita di librerie (e questo vale anche per altri tipi di negozi) e preferisci comprare on line anziché muovere il culo e andare in un negozio reale? Benissimo, tassa in più sugli acquisti per finanziare i negozi e le attività commerciali, in modo che non ci troviamo in un futuro prossimo le vie vuote e in mano al degrado criminale. Preferisci rovinarti la vista su un supporto elettronico? Ottimo, in attesa di rimpinguare i conti dell’oculista il libro elettronico lo paghi come quello cartaceo, anzi magari un paio di euro in più.
Gli stili di vita che danneggiano la vita sociale delle persone non possono essere vietati, ma devono essere più gravosi di altri. E dietro alla lettura, ai libri e ai fumetti ci deve essere un discorso di socialità, che presuppone l’andare in libreria e in biblioteca o in luoghi simili, che devono continuare ad esistere. Un mondo di pazzi asociali, che passano la loro vita davanti a dispositivi elettronici e non sono più capaci di staccare dal lavoro e da lì davanti è da combattere con tutte le forze.
Il 95 per cento dei libri della Biblioteca di Timbuctù, che comprendono manoscritti antichi e preislamici e libri antichi di cultura islamica, si è salvato dall’incendio appiccato dagli integralisti in fuga di fronte alle truppe francesi, grazie all’aiuto dei responsabili della biblioteca che li hanno nascosti in posti sicuri.
Anche in questa storia si scontrano da una parte la barbarie e l’inciviltà di chi vede il pericolo dei libri perché fanno pensare e cerca di distruggerli (uno dei più famosi roghi dei libri fu nella Germania nazista, gli integralisti cambiano nome ma sono tutti uguali) dall’altro c’è il coraggio di chi invece vede nella cultura la vera arma letale contro oscurantismo e bigottismo.
Un giorno o l’altro, vorrei vedere questa biblioteca nel cuore dell’Africa.