Amore di carta

Mi permetto di fare il copia e incolla di questo brano sulle librerie che condivido in pieno:

AMORE di CARTA

Quando piove, non ci si può rifugiare sotto un kindle, né si può chiedere un ombrello ad Amazon con spedizione immediata.
Quando piove, bisogna andare in libreria. Ne servono tante, in molti punti strategici della città, in modo che, in qualunque posto ci si trovi, si possa arrivare in libreria con una corsa non troppo lunga sotto la pioggia (o sotto il sole infuocato, o anche in una perfetta giornata di quasi autunno).
Ha scritto il Times che in una libreria non può succederci niente di male (mentre molte cose non troppo belle stanno accadendo alle librerie), un po’ come da Tiffany, perché il mondo si arresta davanti a quelle porte: quindi, in caso di guerra termonucleare bisogna potersi rifugiare lì, e trovare il libro adatto al momento difficile, o leggere finalmente quel romanzo erotico, quel saggio sull’amore che ci si vergogna anche soltanto di tenere sul tablet (succede infatti, sempre, che qualcuno prenda in mano il tablet, dia un’occhiata malevola ai libri su iBooks, e faccia una risatina, come se la lista degli ebook svelasse chi siamo davvero, gente che scarica le biografie dei cantanti e non Marcel Proust).
Non è una guerra di resistenza alla modernità, al digitale e alla magnifica droga di Amazon (il comando: due-tre giorni con un click-gratis è irresistibile, offre una immediata e compulsiva felicità, e il libro che ho comprato con un click l’altroieri pomeriggio è arrivato ieri mattina, con un imballaggio facile da aprire, senza quindi la necessità di saltarci sopra, prendere le cesoie, poi un martello, distruggere il libro), non è un appello alla cultura, ma un ringraziamento alle librerie, che ancora aprono, inventano vetrine a tema, si trasformano e vendono anche molti ninnoli, gomme per cancellare, temperini per tagliare le carote, borse di tela, cartoline tridimensionali, borse refrigeranti per portare le bottiglie di vino alle cene: così lo scrittore che entra in libreria per comprare una copia del suo libro da portare, come sempre, a una cena, vede la borsa refrigerante, si sente in colpa e, uscito di lì con la copia sotto braccio, comprerà anche una bottiglia di vino.
Nella libreria vicina a casa mia c’è anche un angolo ebook, e significa che si può avere tutto, senza rancore, anche senza carta. Oppure, come succede spesso, farsi soltanto un giro, con la carezzevole certezza che nessuno dirà che non ci sono pantaloni della nostra taglia, o che quella borsa non ce la possiamo permettere, o che quelle scarpe sono “pazzesche”. I cattivi non si spingono fin là dentro: la cosa più dolorosa che può capitare dentro una libreria è non trovare il libro e struggersi nel dubbio se ordinarlo oppure correre al computer, ma nel frattempo ci si sarà imbattuti in un qualcos’altro che non ci si aspettava di trovare, anche solo il temperino per carote. Il Times scrive anche che non si può conquistare una ragazza dentro un Kindle: in libreria, se si è molto fortunati e se ci si promette di non inorridire reciprocamente per i libri che si stanno sfogliando, ci si può anche fidanzare. Meryl Streep e Robert De Niro, in “Innamorarsi”, erano in libreria: lei stava comprando un libro fotografico sulle barche a vela per il marito, lui un libro di giardinaggio per la moglie (i regali di Natale dell’ultimo minuto sono così), e si erano scambiati i pacchetti dei libri per sbaglio. Senza una libreria non si sarebbero mai guardati e innamorati. Senza una libreria, si può solo sperare nei corrieri che portano i pacchi di Amazon.

di Annalena Benini – Il Foglio Quotidiano

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