Mercoledì 2 luglio alle 21 Maurizio Blatto incontra Matteo Negrin per chiacchierare di MyTunes. Come salvare il mondo, una canzone alla volta (Baldini&Castoldi).
Antefatto: un giorno del 2011 Matteo Negrin arriva alla Trebisonda e inizia a raccontare di un libro bello e divertentissimo. Si chiama L’ultimo disco dei Mohicani e l’autore è Maurizio Blatto. Diventerà un long seller, e il primo nella classifica dei libri rubati in questa libreria.
Ora Maurizio e Matteo si incontrano di persona. L’occasione è un nuovo libro che si chiama MyTunes, parla ancora di canzoni (77!), di pop inglese e statunitense (Maurizio è del ’66, qualcosa vorrà dire) ed è irresistibile: non si può smettere di leggere, con il sorriso perenne, una fitta di nostalgia e uno scoppio di risate ogni tanto. La lettura ideale se si è circondati dalla gente, per esempio in metro.
Eccone un saggio: «Se ci ripenso mi vedo sempre là, anche quando l’inverno se n’è andato e la scuola è finita. Con Asleep che gira. Arrivarono le vacanze e progettai con la mia ragazza di andare in Grecia, a girare senza fretta tra le isole Cicladi. Sole, vento, libertà, ma anche gli Smiths, ovviamente. Due giorni prima di partire mi si ruppe il walkman. La semplice prospettiva di non poter ascoltare Asleep per almeno due settimane mi fece prendere in considerazione l’idea di rimandare la partenza. Avevo lo zaino pronto e il cuore vuoto. Non ce la posso fare, mi ripetevo. Sto qui. Poi mi ricordai dell’autoradio. A cassette, ovviamente. Avevo comprato un modello ai limiti dell’immaginabile, sopratt utto oggi. Estraibile come tutte quelle dell’epoca, godeva di un insolito benefit: se collocate le pile nell’apposito vano, poteva funzionare come walkman. La casa produttrice forniva anche una sorta di tracolla dagli eleganti colori gialli e neri per consentirne un utilizzo da passeggio. Diventava una specie di borsello con le dimensioni e la pesantezza di un tostapane.»
Maurizio Blatto è nato a Torino nel 1966 ed è cresciuto all’interno della sua collezione di dischi. Firma storica della rivista musicale «Rumore», è rintracciabile ovunque si discuta di pop indipendente inglese. È stato definito il «crooner del giornalismo musicale». Ne L’ultimo disco dei Mohicani (Castelvecchi) racconta degli incontri nel suo negozio di dischi, che sta a Torino, in via Pinelli 45, e si chiama Backdoor. Una congerie di pazzi, eccentrici e assurdi. Si respira l’atmosfera di Smoke e Blue in the face, i clienti sembrano un po’ quelli del tabaccaio Auggie. Blatto è stato paragonato, per questo libro, a Nick Hornby.
Matteo Negrin, nato nel 1974, è un musicista torinese. Anzi, di San Salvario. Un compositore, un insegnante, un organizzatore di eventi culturali e musicali. Su Facebook è anche un opinion leader, e c’è chi vorrebbe entrasse in politica. Ha un’associazione, Glocal Sounds, con cui recentemente ha organizzato Jazz on the road, il festival jazz nel Jazz Festival che si è svolto a San Salvario.
Alla Trebisonda in via Sant’Anselmo 22.